Se pensate che la birra sia una bevanda moderna vi sbagliate di grosso. Anche se nessuno può stabilire con precisione la data di nascita della birra, le prime testimonianze accertate della sua esistenza risalgono addirittura a 7000 anni fa.
Una delle coltivazioni più diffuse nell’antichità era quella dei cereali, che fermentano spontaneamente quando si trovano in determinate condizioni. È dunque probabile che molti popoli abbiano ottenuto delle birre rudimentali in modo del tutto casuale e fortuito.
Le tecniche di fermentazione della birra sono state inseguito affinate e perfezionate in Medio oriente, in particolare dai Sumeri. La ricetta più antica che ci è pervenuta è proprio una poesia sumera (3.700 a.C. circa) in cui, tra i doni offerti alla dea patrona della birra Ninkasi, troviamo una birra fatta con pane di orzo, malto e miele o datteri. Era una birra molto più dolce delle attuali, anche perché non veniva utilizzato luppolo.
Dal Medio Oriente la birra si è poi diffusa pressio tutta l’Europa. In Grecia, dove veniva consumata durante le feste in onore della dea Demetra, tra i Romani, che continuarono a preferire il vino, tra i Barbari che l’apprezzarono tantissimo e diventarono i primi produttori di birra in Europa, in particolare i Germani e i Celti.

Il periodo d’oro della birra è stato di certo il Medioevo. In quest’epoca la birra era una bevanda che veniva consumata quotidianamente, soprattutto dalle classi sociali più basse. Il motivo è semplice: allora l’acqua era solo di rado pura e potabile, mentre per produrre le bevande alcoliche veniva bollita, quindi sterilizzata. Insomma, era più salutare bere birra piuttosto che acqua. Inoltre, date le proprietà nutritive della birra del tempo, essa costituiva una quantità notevole delle calorie quotidiane assunte da ogni individuo.
Durante il Medioevo assumono un ruolo sempre più importante nella produzione della birra i monasteri, ai quali si deve anche un’importante innovazione: l’utilizzo del luppolo. Questo cambiò non soltanto il sapore della birra, che iniziò ad essere decisamente meno dolce, ma anche e soprattutto la sua conservazione. Con il passare del tempo l’impiego del luppolo si diffuse sempre di più e la produzione della birra passo dall’essere un’attività casalinga ad una artigianale, praticata soprattutto all’interno dei pub e dei monasteri.
Solo in Inghilterra il luppolo venne rifiutato come ingrediente della birra e iniziò ad essere accettato soltanto a partire dal XVI secolo. La Brewers Company of London aveva dichiarato:
"No hops, herbs, or other like thing be put into any ale or liquore wherof ale shall be made — but only liquor (water), malt, and yeast.”
"Né luppolo, né erba né altra sostanza deve essere messa nella ale o nella bevanda alcolica in cui deve essere preparata la ale; ma solo acqua, malto e lievito”
Da qui deriva il termine ale che si è poi esteso ad indicare tutte le birre, comprese quelle luppolate.
In Baviera, nel 1516, viene invece promulgata la Reinheitsgebot (requisito di purezza), la più antica legge che regolamenta la produzione della birra, in vigore fino al XX secolo. Secondo il Gebot possono essere utilizzati solo tre ingredienti: acqua, malto d’orzo e luppolo. Dopo la sua scoperta, nel 1857, venne aggiunto anche il lievito.
Come tanti altri settori produttivi, anche quello della birra venne perfezionato e innovato durante la rivoluzione industriale. Particolarmente utili furono l’introduzione del termometro, del densimetro, del tostacaffè e le scoperte di Pasteur sul ruolo del lievito nel processo di fermentazione.
La birra iniziò ad essere prodotta su scala industriale e raggiunge presto le proporzioni globali che conosciamo oggi, con alcune grandi multinazionali e migliaia di produttori artigianali.